Qual è il grande invisibile dell’epoca che stiamo vivendo? Un invisibile tanto grande quanto poi è piccolissimo. Un invisibile che ci sta cambiando la vita, che abita dentro di noi e fra di noi esseri umani, e che, con il suo arrivo, riesce a scatenare pandemoni e pandemie? Beh, lo avete già capito, si tratta del virus che oggi, nella narrazione principale della nostra cultura, e quella occidentale in particolare, viene ad ogni passo costruito come un nemico, un pericoloso avversario da sconfiggere.
In Italia, per esempio, il presidente dice: “Il nemico è il virus, non gli strumenti che lo combattono.” [1] La stessa costruzione discorsiva domina la stampa ufficiale in molte altre lingue e culture. Parallelamente ad essa ha vita un’altra narrativa, che vede invece come nemici i principali strumenti proposti per combattere il nemico invisibile, incluso, naturalmente i vaccini.
Come può tutto questo avvicinarci al punto di fuga dove le due narrative si uniscono e le temute minacce spariscono?
La nostra proposta è quella di ribaltare la prospettiva, tramite la teoria di Gaia, che, con i suoi aspetti epistemici, si colloca fra scienza, verità e mitologia. La teoria stabilisce che la vita sulla terra regola il suo proprio equilibrio omeostatico nell’interesse di sé stessa, a prescindere dal vantaggio di qualsiasi delle sue diverse forme
[1] Ugo Magri. “Le violenze No Vax minano la convivenza.” La Stampa, 10 novembre, 2021, p. 11.